SANDRO FOTI


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Arabia Saudita

VIAGGI

I miei Viaggi: ARABIA SAUDITA
Ad-Dammam, Al-Khobar, Khurais, Sito dell'impianto.

Nel deserto a 350 km dalla prima città
Viaggio di lavoro presso il sito in costruzione di un impianto petrolifero

Al momento in cui scrivo sono stato già più volte in Arabia Saudita. La prima nel settembre del 2007. Ricordo ancora l'arrivo nella calda e umida città di Dammam. Il primo impatto, davvero sconcertante, fu con il controllo passaporti. Fu veramente estenuante. Poco importa se erano già le tre di notte locali, non avevo dormito per niente e alle sei di quella stessa mattina un autista mi sarebbe venuto a prendere in albergo. Non dovevo dare segni di nervosismo, neanche quando un militare spostò un gruppo di arabi davanti alla mia fila, quando ormai era il mio turno.
Pensai che dovevo stare tranquillo, dopotutto non ero in fila allo sportello di un ufficio postale italiano.
Ecco, dopo altri 45 minuti di coda tocca a me! Dapprima il militare controllò il mio passaporto e il visto. Poi pose il passaporto al lato della mia faccia per verificarne la foto, seguirono un certo numero di domande e infine mi fece togliere gli occhiali perché doveva farmi una foto. Quindi mi invitò a posizionare le mani su uno scanner per rilevare le impronte digitali.
Tutte le volte successive di miei viaggi in Arabia Saudita spero che ormai abbiano i miei dati e che queste pratiche si svolgano più velocemente. Ma mi sbaglio sempre!
Dopo il ritiro del bagaglio, all'uscita, scorgo l'autista che ha un cartello con il nome della nostra Compagnia. Lo seguiamo nel parcheggio e fa già molto caldo, anche se è notte fonda. Poi in circa un ora raggiungiamo il nostro albergo ad Al-Khobar.
La mattina dopo ci avvisano che è iniziato il Ramadam per cui non possiamo fare la colazione nel apposito locale. Con un po' di insistenza però otteniamo di fare la colazione nelle nostre stanze.
Un primo autista ci conduce presso gli uffici della Società. Da qui un secondo autista, dotato di un'auto 4x4, ci porta nell'impianto a 350 chilometri in direzione ovest verso Rihadh. Attraversiamo vastissime aree desertiche, costellate da centinaia di cartelli di società di costruzioni. Raggiungiamo così il sito intorno a mezzogiorno. Il caldo è pauroso. Adesso ci sono 50°C. Abbiamo saltato il turno di mensa, ma ci preparano un panino e si comincia a lavorare.
Gli orari di lavoro sono intensi, ma occorre seguire il lavoro degli operai sul cantiere. Si inizia alle sei della mattina e si torna alle baracche alle 19:30. Giusto il tempo di cenare, fare una partita a ping-pong o a basket e di nuovo a letto. Così uguale per sei giorni la settimana.
Il mio lavoro procede bene, malgrado qualche iniziale problema informatico. Una volta risolto, sono in grado di connettere i server della società indiana a Chennai, scaricare e controllare i documenti, ed approvarli attraverso i software di Milano. Inoltre insegno ai "document controllers" qui in cantiere, l'uso di alcuni software e procedure. I document controllers sono filippini. Sono bravi e precisi. Mi raccontano che sono di religione cristiana e sognano un giorno di andare a vedere il Papa a Roma!
Questi giorni che trascorro in cantiere sono nel mondo islamico di Ramadam, quindi, dato che i sauditi non possono mangiare o bere dal sorgere del sole al tramonto, anche noi, per rispetto, non dobbiamo bere o mangiare davanti a loro. Così anche per bere un caffè occorre quindi chiudersi in uno stanzino.
Nelle altre occasioni sono stato a Dammam presso i nostri uffici, per corsi di istruzione al personale locale.

Khurais

Hot Water Injection Plant


La temperatura è di 50°C, l'umidità è del 11%


Sullo sfondo i "confortevoli" alloggi del personale.


La tastiera del PC con i caratteri in arabo.

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