SANDRO FOTI


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I miei Viaggi: MILANO-VIENNA IN BICICLETTA

Milano, Cassano d'Adda, Lecco, Bellagio, Colico, Maloja, St. Moritz, Lavin, Landeck, Innsbruck, Khufstain, Rosenheim, Wasserburg, Simbach, Passau, Linz, Mathausen, Melk, Krems, Tulln, Vienna.

1092 km
Da casa a Milano, lungo il canale Martesana, l'Adda, il lago di Como,
il passo del Maloja, la valle dell'Inn e la valle del Danubio
(in 15 giorni di cui 12 sui pedali)


La preparazione

Aprile - Giugno 2007.
Durante la Fiera del Ciclo di Settembre a Milano, visitando gli stand, vidi un libro che parlava della pista ciclabile del Danubio.
Acquistai quel libro e lo lessi tutto di un fiato. Poi cercai di individuare il percorso sulla cartina dell'Europa.
Il percorso parte da Passau per finire a Vienna. Passau è dove l'Inn si getta nel Danubio. E il fiume Inn che percorso fa? Seguo con il dito il suo corso. Guarda parte quasi dal Passo del Maloja. Al Passo del Maloja ci arriva vicino l'Adda e il Martesana (un canale un tempo navigabile di Milano) parte proprio d'Adda e... passa sotto casa mia!
Caspita, dovevo calcolare quanti chilometri, per poi dividere in tappe.
A partire da aprile per due mesi e mezzo sono stato in India per lavoro. Ho così approfittato del tempo libero, in albergo, per pianificare in dettaglio il viaggio. Per far ciò ho utilizzato altri due libri della Schubert & Franzke scritti in tedesco ma con ottime cartine al 50000.

La partenza
14 luglio 2007 - Milano - Colico
E' una bella mattinata. Di buon ora preparo la mia bicicletta con le sacche laterali, azzero il contachilometri e mi incammino lungo il Martesana. Avrò fatto centinaia di volte il percorso sul Martesana, ma questa volta è diverso. Non ritornerò in giornata, anzi, mi aspettano più di mille chilometri.
Giungo velocemente a Cassano d'Adda e qui svolto a sinistra continuando a percorrere la pista ciclabile. A Paderno ecco ancora i lavori per l'autostrada. Sono costretto a salire la ripida strada di Concesa, per poi scendere su un ripido single track. Mi ci voleva la mia MTB!
Giunto a Imbersago potrei spostarmi sull'altra sponda dell'Adda con il traghetto di Leonardo, ma preferisco rimanere sulla sponda destra che meglio conosco.
Passo alcune centrali idroelettriche e giungo al lago di Olginate. Questo lago è un allargamento del fiume Adda, ma successivamente si incontra, prima di Lecco, il lago di Garlate che è decisamente più ampio. Qui finisce la pista ciclabile e sono sulla strada provinciale. Al benzinaio Fina svolto a sinistra per Pescate, perché a destra è poi vietato alle biciclette. Attraverso il comune di Pescate e ho sulla destra il lago e a sinistra il parco del monte Barro, che più volte ho scalato con la mia MTB. E' ora di fermarsi per mangiare un panino.
Dopo la salutare sosta attraverso il ponte vecchio (Azzone Visconti) e sono a Lecco. L'imbarcadero è sul lungo lago. Lo conosco bene il lungo lago dalle tante gite domenicali. Il bigliettaio mi avvisa che per il percorso fino a Bellagio in motonave non ci sono problemi a portare la bici a bordo, ma da Bellagio a Colico questo è a discrezione del comandante. Sono un po' sconcertato perché vorrebbe dire la fine del viaggio a soli 50 chilometri dalla partenza. L'alternativa sarebbe il treno, ma perdendo un giorno o la strada statale perdendo la vita! Insisto e raggiungo Bellagio. Il traghetto successivo è tra un ora e ne approfitto per girare in città. Quando mi appresto a salire sulla motonave iniziano i problemi, ma io insisto, affermo di aver già prenotato l'albergo a Colico e mi fanno salire. Questo episodio è grave e dimostra quanta poca considerazione hanno i ciclisti e i viaggi in bicicletta in Italia. In tutto il viaggio per più di mille chilometri in 4 stati d'Europa non ho più avuto difficoltà di questo genere, anzi i ciclisti sono sempre i benvenuti con privilegi addirittura maggiori agli automobilisti. Il viaggio in motonave dura più di un ora, ma sulle sponde si possono ammirare magnifici giardini e ville. Si sbarca a Colico e con tratti in statale e tratti in pista ciclabile raggiungo Verceia sul lago di Mezzola. Qui ceno e dormo in albergo.

Il Maloja

15 luglio 2007 - Colico - Maloja
Mi sveglio di buon ora. Oggi mi aspetta la tappa più dura. La scalata al Passo del Maloja. Non saranno tanti chilometri, ma la pendenza sarà notevole. Abbondante colazione, preparo la bici e partenza. Seguo le strade secondarie che raggiungono Chiavenna a tratti in pista ciclabile. Incontro lungo la strada un simpatico biker che mi suggerisce delle strade alternative attraverso campi e cascine. Attraverso Chiavenna e successivamente il confine italo-svizzero. Il percorso è gradevole anche se su strada. Dopo il confine la pendenza si fa più decisa.

Mi fermo ad osservare dei rocciatori e più in la delle cascate. Una indicazione non molto grande ma ben visibile alle velocità ciclistiche obbliga ad abbandonare la strada per St. Moritz e svoltare a sinistra. In effetti, più avanti un tunnel non è consentito alle biciclette. La deviazione è ben accettata, quando passo in mezzo ad un fantastico paesino svizzero. La valle del fiume Maira è tipica da cartolina ed il fiume è sovente attraversato da ponti ad arco in pietra. Raggiunto Vicosoprano qui ha inizio l'ascesa verso il Passo del Maloja, con diversi tornanti.
L'ultimo tratto prima di arrivare al passo è davvero impegnativo. Negli ultimi chilometri devo scendere dalla bici e spingere. Forse con la mia MTB in carbonio avrei resistito di più, ma la fedele Olympia pesa ed è sovraccaricata dai bagagli per due settimane. Per chi vuole è comunque possibile usare un servizio di pullman tra Chiavenna a Maloja, che permette il trasposto anche delle biciclette.
In cima al passo scatto le classiche foto della valle che ho appena percorso e cerco un alloggio per la notte. Per essere a 1800 metri sul mare è sin troppo caldo. Cena e a letto presto.

L'Engadina Svizzera

16 luglio 2007 - Maloja - Lavin
Il primo tratto della ciclabile corre lungo la statale, ma il traffico è quasi inesistente forse perché è mattina presto. In alcuni tratti la pendenza in discesa mi fa raggiungere una velocità abbastanza sostenuta. Per una decina di chilometri costeggio il lago di Segl. Raggiunto Sils lascio la statale e svolto a destra e successivamente costeggio su pista sterrata ma perfetta il lago di Silvaplana. La pista ritorna vicino alla strada statale ma sempre ben delimitata e distante dal traffico. Il fiume Inn è poco più di un ruscello. In breve raggiungo St. Moritz passando per i viali di un campeggio ed un centro sportivo. La ciclabile dell'Inn si confonde con la pista ciclabile che circonda il lago di Murezzan. E anche io, distratto dal paesaggio salto una indicazione. Per fortuna un rapido controllo tra le cartine e il mio GPS agganciato sul manubrio mi permette di riprendere correttamente il percorso.
Sul lago un turista sta fotografando un airone cenerino. Mi spiega che sono giorni che gli sta facendo la posta, perché vuole ottenere una bella foto con il magnifico sfondo naturale. Da lontano seguo il decollo di un aliante al traino. In breve sto costeggiando l'aeroporto di Samedan. Ci sono anche dei paracadutisti che si stanno preparando al lancio. Vorrei fermarmi, ma il percorso di oggi è ancora lungo.
Incrocio una coppia di cicloturisti francesi e scambio con loro qualche informazione sul percorso. Dopo Zuoz e S-chanf ritorna lo sterrato e un po' di saliscendi. Si sale per una decina di chilometri per poi ridiscendere verso Zernez. Sono in anticipo sul mio piano programmato e decido di proseguire per altri 10 o 12 chilometri fino a Lavin. Il percorso qui è un po' più duro ma appagato da un panorama bellissimo. Ogni tanto intravedo il trenino del Bernina passare su ponti ad arco in pietra. Raggiungo Lavin con uno strappo in salita.
C'è un hotel proprio in piazza. Ha un buon prezzo e posso mangiare nel ristorante. Questa è stata una tappa un po' dura per via dei sali scendi su un territorio montuoso, ma il percorso è ben segnalato con indicazioni di pendenza e lunghezza dei tratti. Mi riprometto di ritornare, magari con la MTB e senza bagaglio.

Entriamo in Austria

17 luglio 2007 - Lavin - Landeck
L'albergo sembra un museo. Nei corridoi ed ad ogni angolo sono esposti antichi attrezzi agricoli. A colazione incontro altri ciclisti. La regione è ricca di numerose piste da MTB.
Il percorso fino a Scuol è ancora faticoso, ma molto panoramico in mezzo a boschi di abeti e larici. Sono fantastiche le numerose fontane arricchite di molte piante fiorite.
Dopo circa cinque chilometri entro nel paese di Guarda dove tutte le facciate delle case sono decorate con grandi dipinti. Adesso il paesaggio è caratterizzato da grandi prati. Dall'alto vedo il paese di Bos-cha che sembra un plastico ferroviario.

Il percorso è sulla strada a bassissimo traffico, ma in salita fino a Ftan, poi discesa in alcuni tratti decisi. Dopo Scuol sono sul fondo valle, a volte a destra e a volte a sinistra, del fiume Inn. Ancora venti chilometri e sono in Austria.
Prima di attraversare il confine Svizzera-Austria, spendo tutti soldi rimasti in Franchi svizzeri. Compro anche dei biscotti, che risulteranno molto utili durante il viaggio. Entro in Tirolo, ed è quasi mezzogiorno. Mi fermo in uno dei innumerevoli ristoranti lungo il percorso. Obbligatorio è degustare un bel piatto di speck.
Percorro il fondo valle su strade secondarie a basso traffico automobilistico, ma intenso traffico ciclistico! L'ultimo tratto prima di Landeck è sulla statale. Qui si che c'è traffico. Decido di indossare la casacca fosforescente arancione di Ciclobby. Questa sarà l'unica occasione nella quale la indosso durante questo viaggio, mentre invece ho sempre il casco.

Il tetto d'oro e la musica

18 luglio 2007 - Landeck - Innsbruck
Landeck è posta all'incrocio tra la valle dell'Inn e quella dell'Alberg. In alto svetta il "solito" castello. Partenza come al solito intorno alle 08:30. Oggi raggiungerò Innsbruck. Questa tappa sarà caratterizzata dalla presenza della vicina autostrada. Addirittura ne posso usare l'autogrill.
Forse salto un'altra segnalazione e con me anche altri ciclisti. Per qualche chilometro non vediamo traccia dei cartelli indicanti la "Radweg". Ad un incrocio su sterrato due del gruppo decidono di ritornare indietro e fare la statale. Io proseguo, e aiutato dal preziosissimo GPS, trovo un ponte che scavalca l'autostrada e mi immetto sulla corretta pista ciclabile. Il percorso è ben segnalato, ma occorre leggere tutti i cartelli esposti.
A Imst per chi volesse, una deviazione di 3 chilometri porta alla affascinante città alta con le numerose fontane coronate da antiche statue. Il fiume Inn qui è già abbastanza ampio e in alcuni tratti scorgo gruppi di ragazzini che lo attraversano in canoa. Il percorso adesso si inerpica sul lato sinistro del fiume. A volte la pendenza è intorno al 15% e a nulla serve che sia segnalata, bisogna pedalare.
Dopo Karres il percorso è ondulato e in alto rispetto al letto del fiume. Poi la valle si apre e così dopo Magerbach posso respirare, ma Innsbuck è ancora lontana. Nulla toglie però alla deviazione sul percorso per visitare Stams, capolavoro di arte barocca. Ne approfitto anche per un Icecoffè in un bar in piazza.
Sono adesso sul lato destro del fiume quando raggiungo Telfs. Anche questa cittadina è segnalata dalle guide turistiche, ma non posso fermarmi a tutte. Mi ci vorrebbe due mesi per raggiungere Vienna! Mancano ancora 25 chilometri a Innsbruck.
Pedalo per poco più di un ora, ed ecco l'aeroporto. Sono vicino. Entro in città un po' stanco, ma so che domani sarà un giorno di riposo. Ho percorso fino ad ora 390 chilometri. Cerco l'albergo. Anche in questo caso il mio GPS risulta molto utile. Con la sua banca dati mi segnala gli alberghi più vicini.
Sono le tre del pomeriggio e ne approfitto per incominciare a girare per la città e il centro storico. Dopo cena, assisto a un concerto di musica classica nel cortile del palazzo del municipio.

La musica classica

19 luglio 2007 - Turista a Innsbruck
Innsbruck è il capoluogo del Tirolo e città universitaria. Non è la prima volta che visito la città. Alcuni anni fa organizzammo una gita con alcuni amici. In questa occasione, invece, ne approfitterò per approfondire la sua conoscenza.
In questa giornata non userò la bici. Salgo sulla torre Stadtturm su una scala infinita in legno alla cui fine si raggiunge un ballatoio dal quale si domina tutta la città. Dopo le foto di rito, scendo e a piedi percorro la Maria Theresien Strasse nel centro storico dal famosissimo "tetto d'oro" in direzione del trampolino olimpico.
Visito il museo delle campane di Grassmayr. Il museo è un percorso nel mondo della fisica del suono. Annesso al museo c'è anche la sua officina dove vengono prodotte numerose e famose campane sin dal 1599. Un cartello indica che non è permesso l'accesso nella zona della colata.
Gli operai non parlano inglese, allora con il linguaggio internazionale dei gesti, mostro la mia macchina fotografica e loro acconsento a farmi entrare. Secondo antiche nozioni artigiane vengono prodotti gli stampi in argilla con dime che ruotano intorno ad un asse verticale, per poi essere impreziosite da elementi artistici.
Nel pomeriggio visito l'Alpenzoo. Si potrebbe salire con il pullman o la funicolare, ma preferisco camminare un po'. L'Alpenzoo è uno zoo a tema che consente di avere un sguardo su tutta la fauna alpina.
Ritorno presto in piazza per cena, perché voglio assistere anche questa sera al nuovo concerto, magari questa volta trovo posto sulle poltroncine di plastica.

Lo spettacolo in piazza

20 luglio 2007 - Innsbruck - Khufstain
Questa mattina appena partito, un simpatico vecchietto a spasso con il suo cane, mi indica un bel percorso diverso da quello che avevo programmato. Lo seguo per il primo tratto, per poi ritornare sul percorso programmato.
Attraverso il fiume per raggiungere Hall in Tirol, stupenda cittadina medioevale. Quindi riattraverso l'Inn e continuo sulla sua sponda destra. Attraverso la cittadina di Wattens e costeggio la fabbrica Swarovki.
Oggi il percorso attraversa campi coltivati di ogni genere. Girasoli, piante da frutto e verdure varie si alternano in un tracciato che quasi sembra fatto per permettere al viaggiatore il poter ammirare a pieno il territorio. Altri ponti in legno si susseguono. Da lontano ecco apparire il castello di Schwarz. Il GPS indica che sono sulla "radwanderweg".
Ecco Jenbach. La simpatica receptionist dell'albergo di Innsbruck mi aveva suggerito di compiere qui una deviazione per raggiungere il lago di Achensee. Lei lo aveva descritto da acque verdi ed ideale in estate per fare il bagno. Per arrivarci però c'è una discreta salita e volendo si potrebbe prendere il trenino, ma il mio programma è raggiungere Khufstein e quindi continuo lungo la valle dell'Inn. Anche qui un altro nodo al fazzoletto.
I paesini si susseguono vicini. Di frequente attraverso il fiume per proseguire sul lato che come da programma è ritenuto più bello. L'arrivo della tappa è preannunciato dalla fortezza di Khufstein.
Sono circa la 15:30. Albergo, doccia e visita alla fortezza. Salgo a bordo di una funicolare che mi porta direttamente nel cortile del forte. Qui nel ristorante (!) all'interno del castello si sta svolgendo il rinfresco di un matrimonio e tutto il personale indossa abiti d'epoca (e si lascia fotografare). Visito la torre dell'Imperatore, che un tempo era usata come prigione, poi attraverso un tunnel scavato nella roccia lungo 170 metri che conduce al belvedere sulla città e sulle alpi di Kitzbuel. Quindi ad un pozzo che la giuda dice profondo 60 metri.
A sera in piazza assisto ad un bel spettacolo teatrale interpretato da ragazzine della locale scuola di danza e signore in costume.

I paesini stupendi

21 luglio 2007 - Khufstain - Wasserburg
Due chilometri dopo Khufstein c'è il confine tra Austria e Germania, ma non lo si attraversa perché il fiume fa da confine. Sarà così per i prossimi 20 chilometri: a destra del fiume l'Austria e a sinistra la Germania.
Dopo il paese di Erl si entra definitivamente in Germania. Il confine sulla pista ciclabile a lato del fiume Inn è semplicemente un ceppo di pietra scolpita di circa un metro di altezza su cui sono scolpiti i simboli nazionali. I lati della pista sono spesso circondati da piante con bacche rosse. Non so cosa sono. Vorrei assaggiarle ma non sono sicuro della loro commestibilità.
Un simpatico cartello mostra le due distanze chilometriche. Indicando indietro: Maloja 332 km e avanti Passau: 185 km.
Seguo fedelmente la guida, ma verso mezzogiorno raggiungo Rosenheim e decido una svolta per visitare la città. Il centro storico si apre attraversando un arco sotto un edificio con orologio. E' sabato e la piazza è gremita di gente, bancarelle, giostre. Ne approfitto per una sosta, un panino e un gelato.

Uscito dalla città, attraverso campi coltivati senza nessun riparo dal sole e la pelle, soprattutto sul lato destro, comincia a bruciare. Ho con me la crema protettiva per fortuna, ma "protezione 8" non basta.
Dopo Rott au Inn passo sul lato destro e attraverso Griesstatt. Bene, sono a soli 10 chilometri dall'arrivo.
Attraverso il ponte che unisce la città vecchia con la nuova. Mi prendo un po' di relax seduto all'Eiscaffè Venezia e faccio caso a quante parole in italiano sto leggendo. Dai negozi di alimentari a quelli di abbigliamento. Mentre in piazza decine di bancarelle vendono vasellame vario in terracotta. Albergo, e questa sera, pizzeria italiana! Dopo cena resto a parlare a lungo con il cuoco italiano.
Anche qui si sta allestendo uno spettacolo teatrale, ma questo sarà in tedesco e quindi rinuncio.

La pioggia

22 luglio 2007 - Wasserburg - Simbach
A Wasserburg il fiume Inn compie una svolta che assomiglia ad un tornante di una strada in montagna. La città storica ne è racchiusa all'interno.
La mattinata si annuncia con la pioggia fine. Mi preparo e oltrepassato il ponte affronto una salita sulla strada comunale per poi arrivare sulla pista ciclabile che si discosta dalla riva del fiume Inn.
Per qualche tratto decido di abbandonare il percorso della pista ciclabile e di seguire la statale. La pioggia, anche se fine, mi disturba un po', così preferisco evitare tutte le deviazioni che il percorso prevede.
Mi fermo alle 11:00 per un caffè e un dolce in un momento in cui la pioggia è maggiore. Il locale fumoso è il ritrovo di contadini che giocano a carte.
Dopo una decisa salita, scorgo sul lato della strada un cartello: "Trinkwasser fur durstige radfahrer" ovvero "acqua potabile per ciclista assetato". Infatti nel giardino adiacente l'abitazione c'è un rubinetto dove si può riempire la borraccia. Un'altro cartello invita i ciclisti a lasciare una monetina nell'apposito barattolo!
Nei pressi di Perach arrivo alla sponda sinistra e mi rimetto sulla pista. Ed eccomi a Bergham proprio alla confluenza del fiume Salzach con l'Inn. Di fronte sull'altra sponda c'è l'Austria. La pioggia mi ha messo fame quindi ci sta proprio una bella Schnitzel.
Dopo pranzo smette di piovere. Continuo così fino a Simbach dove avevo previsto di concludere questa tappa. Trovo un modesto albergo, ma gestito da persone simpatiche. Mi fanno mettere la bici all'interno, in un lato del ristorante. E giro un po' a piedi per la città fino a cena.
Ho visto un posto caratteristico. Il cameriere mi chiede da dove vengo. E lui: "ma ci sono altri italiani seduti li". Ci presentiamo. E' una coppia di ragazzi che vengono, in bici, da Udine. Loro però sono passati per Salisburgo e hanno intenzione di arrivare a Passau.
Dopo cena, con una passeggiata di 400 metri, andiamo in Austria. Ovvero attraversiamo il ponte che collega Simbach con Braunau con le sue case con le belle facciate variopinte.

Ecco il Danubio

23 luglio 2007 - Simbach - Passau
Nella notte ha piovuto, ma ha smesso prima che io uscissi. In compenso c'è vento. Contro!
Dopo una quindicina di chilometri dalla partenza, a Ering, attraverso un parco riserva faunistica. Ci sono molte torri di osservazione ed un centro informazioni.
Un numeroso gruppo di ciclisti fermo davanti al cancello di una villetta mi incuriosisce. Il giardino pullula di statue di terracotta di tutti i generi, dalle streghe ai nani di Biancaneve e persino una riproduzione degli abitanti della casa.
A Scharding attraverso il fiume e passo in Austria. Pausa per panino e gelato. A Warnstein ritorno nuovamente in Germania su un ponte sospeso solo per il traffico ciclo pedonale. Ormai sono a una decina di chilometri da Passau.
Sull'argine, a distanze regolari, sono posizionati molti cartelli per la navigazione fluviale, ma utili anche ai ciclisti per sapere quanti chilometri mancano alla confluenza del fiume Inn con il Danubio.

La pista del Inn si confonde con la pista ciclabile della città di Passau. Il parco cittadino è brulicante di gente. Passo sotto una torre a pianta rotonda (Schalblingsturm) e sono in centro.
Giro un po' a caso, poi sulle sponde del Danubio trovo un confortevole albergo. Sono davanti all'imbarcadero dove grandi motonavi imbarcano centinaia di turisti che desiderano raggiungere Vienna.
Passau è sulla confluenza di tre fiumi: l'Inn. il Danubio e l'Ilz. Visito la piazza del duomo, dove troneggia la chiesa di St. Stephan con le sue enormi cupole tondeggianti. Poi, camminando tra vari vicoli, arrivo alla punta dove due fiumi si uniscono. Il parco è gremito di famigliole. In acqua alcuni ragazzi navigano con le canoe e più al largo si alternano i traghetti zeppi di turisti che vanno a Vienna.

Linz e Giovanni Keplero

24 luglio 2007 - Passau - Linz
La mattina si preannuncia con la pioggia. Percorrerò il Danubio che è il secondo fiume d'Europa per lunghezza (dopo il Volga). In questo primo tratto ho intenzione di percorrere la riva destra.
Quindi ritorno sul ponte Innsbrucke e subito dopo svolto a sinistra. La pavimentazione per una cinquantina di metri è in ciottolato, e scendo dalla bici per sicurezza.
Percorro quattro chilometri sulla ciclabile del Danubio, a volte su sterrato, e attraverso il confine. Sono di nuovo in Austria. La ciclabile lungo il tratto che attraversa l'Austria è una delle prime piste d'Europa, molto frequentata da cicloturisti provenienti da tutto il mondo.
Questa mattina la colazione è stata abbondante. In questo tipo di viaggio è molto importante partire con una buona dose di energie. Il percorso molto bello, ma pioggia a volte è intensa. A Engelhartszell salgo sul traghetto che fa la spola tra le rive del fiume. In breve salgono tanti ciclisti. Non è una bella giornata, ma la pista del Danubio è già molto trafficata. Scambio qualche impressione con dei ragazzi del luogo. Nella cittadina di Engelhartszell c'è una bellissima abbazia cistercense. Famosa, a dir loro, per il liquore di ginepro che producono i frati.
Adesso sul lato sinistro percorro una strada a basso traffico ai margini di un bosco. Alcune auto, pur rispettando comunque i limiti di velocità e i ciclisti, corrono un po' troppo. Sono alle porte della famosissima ansa nei pressi di Schlogen. Quando si guarda un qualsiasi depliant della pista del Danubio in copertina troviamo questa zona. Qui il Danubio fa un tornante. Si piega su se stesso e quasi sembra tornare in dietro per tre chilometri.
Salgo sul secondo traghetto della giornata. Appena sbarcato mi fermo, insieme a molti altri ciclisti, a fare delle foto. Non piove più, anche se le nubi sono molto basse. La pista è fantastica. A volte attraverso campeggi o piccoli villaggi.
A Koblin trovo la prima diga e siccome il fiume qui è navigabile aspetto per vedere le operazioni sulle chiuse.
Spesso sul fiume, o su anse dello stesso, si possono ammirare enormi gruppi di uccelli. Prima di arrivare a Ottensheim una serie di cartelli (forse più di cento) indicano tutti gli animali e pesci di questo ambiente. Peccato che siano scritti in tedesco.
A Ottensheim un terzo traghetto. Questo è come quello di Leonardo a Imbersago, cioè si sposta sfruttando la forza della corrente del fiume attaccato ad un cavo tirato tra le due sponde.
E' tempo di fare una pausa. Caffè e dolce. Ancora dieci chilometri sulla pista ciclabile a lato di una provinciale e giungo a Linz.
Attraverso il Nibelungenbrucke e sono nel centro della città. La piazza (Hauptplatz) è circondata da importanti case settecentesche molto colorate e al centro campeggia una colonna della Trinità in marmo bianco decorata da sette figure, rappresentanti i pianeti, in ricordo del matematico ed astronomo Giovanni Keplero. Su un lato alcuni anziani giocano a scacchi.
Il programma, precedentemente studiato, prevedeva di fermarsi un giorno intero a Linz, ma non sono particolarmente provato, anche se il contachilometri segna ottocentoquaranta.
Faccio un spuntino con panino e gamberetti da NordSea. Visito tutti i monumenti più importanti racchiusi nella parte "vecchia" della città intorno a Landstrasse, tra belle case e chiese barocche ed edifici moderni.
In particolare mi soffermo davanti alla casa di Giovanni Keplero, che qui insegnò per una quindicina d'anni.
A sera in piazza un gruppo di una quindicina di musicisti in costume, scende da un pullman e improvvisa un concerto. Così vive questa città tra musica, commercio e industria.
Cena da MacDonald. Lo so! Non è da turista a Linz!

Una pagina triste della nostra storia

25 luglio 2007 - Linz - Melk
Lascio Linz come sempre di buon mattino. Oggi sono decisamente fortunato: il vento è a favore! Esco dalla città di Linz riattraversando il ponte e mi dirigo verso destra sul lato sinistro del fiume. La pista attraversa un campus universitario e un grande parco cittadino popolato da numerosi ciclisti e runners. Costeggio un rilassante laghetto e un campeggio.
Ma ecco che la natura industriale di Linz appare sull'altro lato del fiume. Dopotutto Linz è la capitale industriale dell'Austria. Anche il commercio fluviale inizia a mostrare la sua presenza. Molte chiatte trasportano lentamente di tutto, interrotte solo dalle grandi dighe. Le dighe sul Danubio danno un notevole aiuto alla produzione di energia elettrica.

Anche in questa zona è consuetudine indicare, con appositi cartelli o addirittura con fogli attaccati ai pali, i riferimenti per alberghi o pensioni.
Disseminate lungo il percorso si possono trovare numerose panchine e aree per il picnic. Sono sorpreso dalla disciplina dei ciclisti nel percorrere la pista e dalle indicazioni stradali. Sulla ciclabile a precedere un curva un po' stretta la segnaletica orizzontale indica ai due sensi di marcia di stare il più possibile a destra e sul vertice della curva uno specchio permette di vedere chi giunge dall'altro lato.
Spesso le insegne dei locali mostrano un bicicletta appesa a testimonianza della sensibilità nei confronti dei ciclisti.
Soltanto sette chilometri dopo Linz incontro la deviazione per Mauthausen e il suo tristemente noto campo di concentramento. (vedi scheda a lato). Abbandono la pista ciclabile e mi dirigo in salita verso la cittadina non dopo aver cambiato strada un paio di volte. Che succede? Le indicazioni così precise fino ad ora mi lasciano perplesso. Incontro altri ciclisti e anche loro hanno difficoltà nell'interpretare i segnali. Comunque dopo una dura salita raggiungo il "Konzentrationlager".
Visitare il lager è una esperienza molto dura e drammatica, ma certamente da non perdere. Si posso visitare le camere a gas e i forni crematori. C'è una moltitudine di gente proveniente da ogni nazione e tutti visitano i luoghi in assoluto silenzio. Al di fuori del campo e vicino al moderno museo ci sono molti monumenti di ciascuna nazione coinvolta.
La visita è durata più del previsto, ma ne valeva la pena. Riprendo il percorso sul lato sinistro del Danubio. Dopo Mitterkirchen abbandono il Danubio e mi fermo in un area attrezzata per picnic con vicino un piccolo bar dove posso acquistare una stupenda fetta di torta alle mele e fare rifornimento d'acqua. Adesso il percorso è su strada, ma decisamente senza traffico. Ci sono molte deviazioni e sempre ben segnalate fino a raggiungere nuovamente la sponda del fiume.
Prima di Grein attraverso sul ponte il Danubio. Adesso sono ai margini di un bosco sulla pista ciclabile a cinque metri dal fiume tra una doppia fila di alberi che offrono riparo dal sole.
La pista corre così per diversi chilometri. Frequentemente mi fermo per fare delle fotografie agli edifici sull'altra sponda.
Nei pressi di Struden il Danubio è costretto in un tratto angusto tra due montagne. Malgrado negli anni passati si siano fatti molti lavori per una migliore navigazione, qui i comandanti delle navi devono prestare la massima attenzione.
Nove chilometri prima di Ybbs la pista finisce su una strada dove il traffico, anche se rispettoso dei ciclisti, è un po' più sostenuto. L'alternativa dell'altra sponda sarebbe stata un tratto su ciclabile, ma poi un tratto su una strada decisamente molto più trafficata.
Nella città di Ybbs, che raggiungo dopo l'ennesima centrale idroelettrica, ospita il museo della bicicletta. All'esterno dell'edificio una riproduzione di una bici in alluminio mette a disposizione gratuitamente tutti gli attrezzi per eventuali riparazioni volanti. Il museo mostra una rassegna di biciclette degli ultimi due secoli. Un altro museo ampiamente pubblicizzato lungo la pista è la casa natale del pittore Oskar Kokoschka.
Qui numerosi pontili permettono l'attracco di battelli. Sono sorpreso dalla moltitudine di giapponesi che scendono da un battello e "uno via l'altro" salgono sulle biciclette messe a disposizione dai tour operators. Questi faranno un tratto di pista per poi risalire a bordo del battello dopo una ventina di chilometri.
Un centro sportivo di Stockschiessen colpisce la mia curiosità e mi fermo a vedere il gioco. Questo è un tipico gioco austriaco, simile alle bocce, ma giocato con strumenti simili al curling sull'asfalto invece che sul ghiaccio. Mi fermo a chiacchierare con i giocatori i quali mi mostrano qualche tiro e mi spiegano le regole del gioco. Mi invitano a fermarmi perché sono in arrivo dei campioni di questo sport, ma la mia tabella di marcia prevede di essere a Melk in serata quindi ringrazio dell'invito, ma saluto e ritorno sulla ciclabile.
Un'altra centrale idroelettrica ed eccomi a Melk. Già da lontano vedo imperiosa la famosa Abbazia. Questa abbazia benedettina sovrasta tutta la città ed è dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.
Trovo l'albergo e quindi visito un po' la stupenda città.

La Wachau (regione della frutta e dei vini)

26 luglio 2007 - Melk - Vienna
La tappa di oggi sarà l'ultima in bicicletta ed anche la più lunga. Circa 130 chilometri. E' opportuno partire presto. Raggiungo il fiume e seguo la segnaletica, ma un operaio della manutenzione stradale mi avverte che nel primo tratto ci sono dei lavori in corso. La cortesia nei confronti dei ciclisti è impressionante.
Appena due chilometri dopo la partenza occorre affrontare una durissima salita per salire sul ponte e attraversare il Danubio. La pista è tra la ferrovia e il fiume. Questa è la tappa più bella del viaggio perché sto attraversando la Wachau.
Questa zona del Danubio è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Qui il paesaggio è un susseguirsi di boschi, formazioni rocciose, vigneti e piante da frutto, ma anche abbazie, castelli, paesini dove solo in bici è possibile assaporarne la bellezza. Borghi medioevali dove non è permesso circolare in bici, ma occorre transitare a piedi spingendola. La regione è anche famosa per le albicocche qui chiamate Marillen.

A Willendorf, durante la costruzione della ferrovia, fu ritrovata una statuetta risalente a ventimila anni fa rappresentante una donna molto formosa. Nel paese è tuttora oggetto di studio! Qui il terreno collinare presenta dei "su e giù" non particolarmente impegnativi sulla pista ciclabile.
Di improvviso si scorge l'antico borgo di Spitz. La produzione del vino è notevole, così come le osterie lungo le viuzze tra belle case borghesi. Dopo un tratto di campagna tra alberi di pesche e albicocche arrivo a Durnstein. Sono già le 11 e 30. Mi fermo in una locanda ad assaporare una fetta di torta. Di albicocche naturalmente! Sopra di noi ci sono le rovine di un castello dove fu imprigionato Riccardo Cuor di Leone.
Ancora sette chilometri e sono a Stein. Il pavimento acciottolato, le case rinascimentali e barocche con logge e stucchi danno alla cittadina un aria medioevale. Senza interruzione passo da Stein a Und e quindi arrivo a Krems. Siccome Und in tedesco vuol dire e di congiunzione, qui gli austriaci usano dire che Stein Und Krems sono tre città.
Purtroppo il ponte che a Krems avevo programmato di attraversare è stato interdetto alle biciclette. Con l'aiuto del GPS cerco delle alternative, ma niente. Sono indeciso se forzare il divieto o continuare sul lato sinistro del fiume. Scelgo di stare alle regole della strada. Continuo sul lato sinistro, ma sono un po' arrabbiato perché non so cosa mi perdo sull'altro lato che le guide danno per più interessante.
Proseguo per venti chilometri su pista ciclabile, quindi arrivo alla diga di Altenworth. La diga ha un presidio militare, ma è consentito utilizzarla per passare sull'altro lato del fiume. La presenza militare è forse dovuta anche alla vicina centrale nucleare. Spesso infatti scorgo grandi tralicci elettrici. La centrale di Zwentendorf è l'unica centrale nucleare dell'Austria, ma mai entrata in funzione.
Sono contento perché adesso sono sul lato del fiume che avevo programmato. La pista è larga e come sempre ben segnalata. Il traffico ciclistico è enorme. E' il momento di fare una pausa. Ecco una locanda tutta in legno con un bel portico. Parcheggio la bici negli appositi spazi. Memorizzo la posizione perché il parcheggio è molto ampio per contenere tutte le bici.
Scelgo dal menù un piatto di mozzarella e pomodoro. La veranda è gremita di cicloturisti. Invito due ciclisti belgi ad accomodarsi al tavolo. Ci siamo già incontrati. Si a Melk. Stiamo facendo lo stesso percorso e anche loro lo hanno diviso nello stesso numero di tappe, ma loro usano bici da corsa ed un bagaglio veramente minimo ed essenziale.
Riprendo il percorso anche perché a stare a chiacchierare sono già le tre del pomeriggio! La pista è alberata e tratti costeggia il bosco. Il Danubio è molto ampio. A tratti alcuni bagnanti nuotano nel fiume. Il colore dell'acqua non è proprio cristallino, mah!
Dopo l'industria chimica di Kleinschonbichl, si abbandona il Danubio proseguendo sulla ciclabile che costeggia la strada. Otto chilometri di ampie curve piacevoli e di nuovo il Danubio alle porte di Tulln.
Lungo il fiume è ormeggiata una grande chiatta per i concerti, mentre sulla riva ci sono le gradinate per gli spettatori. Appena fuori la città si costeggia un bel laghetto. Qui un lunga serie di panchine e addirittura l'illuminazione notturna sulla pista ciclabile.
Mancano trenta chilometri a Vienna. Sul lato destro scorgo un villaggio di villette a schiera in legno. Seconde case estive. Di fronte un susseguirsi di darsene e pontili con numerose imbarcazioni.
Nei pressi della diga di Greifenstein, una altra serie di cartelli avvisa che posso attraversare la città svoltando subito, oppure posso continuare e poi prendere il battello, oppure proseguire per il ponte. Scelgo di proseguire per il ponte sull'ansa del fiume. Pedalo in mezzo al verde ai margini di un bosco.
Sul muro di un bar c'è a disposizione dei ciclisti un distributore di camere d'aria. Il distributore è come quello per le sigarette, ma con solo due euro si può acquistare una nuova camera d'aria del tipo richiesto.
La pista ciclabile si divide e un cartello informa che a sinistra "familien rad route" (pista per famiglie) e a destra "renn radler" (ciclista che corre).
Scorgo i due campanili della chiesa di Klosterneuburg. Ora la pista confluisce sulla strada secondaria con poco traffico e a velocità limitata a 30 chilometri orari. Ecco il cartello. VIENNA! E' un po' storto ma occorre fare subito una foto.
Non c'è molto tempo da perdere, perché il centro storico della città è ancora lontano. Pedalo su strade secondarie per qualche chilometro fino a giungere sulla pista ciclabile. Si pedala sotto la sopraelevata autostrada. Attivo il mio GPS così, all'altezza dello Marlen Brucke, svolto a destra, percorro la Rotentum Strasse e sono in piazza davanti alla cattedrale di St. Stephan. Il contachilometri segna 1092. E' FATTA!
Chiaramente foto di rito e subito a cercare l'albergo. Sono già le 18:30. La ricerca dell'albergo non è facile. I prezzi sono molto alti. Dopo tutto sono in centro. Ma alla fine trovo la giusta sistemazione, quindi cena e ice coffe in piazza alla presenza di numerosi saltimbanchi e musicisti di ogni genere.

L'arrivo

27 luglio 2007 - Turista a Vienna
Pedalare per le strade di Vienna è facile. La città offre ai ciclisti oltre 1000 (MILLE) km di piste e corsie preferenziali. Questa mattina però visito la città a piedi o con i mezzi pubblici. Il biglietto costa 1.70 euro. Vado alla stazione ferroviaria: devo programmare il ritorno a Milano in treno. La ragazza dell'ufficio informazioni è gentilissima come pure quella per l'acquisto dei biglietti, anche quando la correggo sull'accento della parola "Brennero".

Vienna fu una residenza imperiale e tutto il centro storico la rappresenta. I monumenti e tesori d'arte degli Asburgo, i moltissimi musei, l'Opera, ma non ultimi gli eleganti negozi che fiancheggiano le vie principali. Vienna ha una tradizione molto antica nella musica. Su Kartner Strasse, la strada che va fino all'Opera, delle piastre di bronzo nel selciato ricordano i grandi musicisti.
Il centro storico di Vienna fa parte del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Dopo l'Opera, svolto a destra sul Oper Ring, la milanese cerchia dei navigli. Dopotutto la struttura viabilistica di Milano fu realizzata da durante il regno di Maria Antonietta d'Austria.
Svolto ancora a destra costeggio la biblioteca della musica e in Michaeler Platz entro nel Hofburg. Questo fu il palazzo imperiale e residenza invernale degli Asburgo e della Principessa Sissi. E' una città nella città. L'architettura dei palazzi è severa e maestosa.
Attraverso un primo passaggio coperto e raggiungo l'elegante cortile, per poi passare sotto un secondo passaggio coperto e giungere nella Helden Platz. Sono in uno stupendo giardino e ho su un lato il Neue Burg in stile Rinascimentale con un colonnato a semicerchio.
Proseguo per piazza Maria Theresien dove ho di fronte il museo di storia naturale. Continuo il mio giro raggiungendo il Rathaus dove davanti alla facciata del municipio, in un bel parco, si sta svolgendo il festival del cinema. In tutto il parco è un insieme di bancarelle di generi alimentari multietnici.
Attraverso il Sigmund Freud park visito la chiesa Votiv e ritorno nuovamente verso il centro storico.
Nel pomeriggio con il metrò (a Vienna ci sono cinque linee) vado al Prater. Questo grande parco un tempo fu la riserva di caccia di Massimiliano II, ma oggi è il punto di incontro di molti viennesi e turisti. La ruota panoramica è uno dei simboli di Vienna. Non posso che fare un giro per ammirare il panorama mozzafiato. Alcuni dei vagoni sono attrezzati per banchetti o cene di lavoro.
E adesso c'è rimasto giusto il tempo per l'acquisto di qualche souvenir da portare a casa.

Il ritorno

28 luglio 2007 - Vienna - Milano (in treno)
Sveglia presto questa mattina. Salto anche la colazione. Dovrò prendere quattro treni. Il primo parte da Vienna alle 07:00.
Porto giù la bici in strada, che il portiere di notte mi ha fatto mettere in un lato delle scale dell'albergo, dietro il compenso di una piccola mancia.
La mattina presto, in bici, Vienna è stupenda! Attraverso pedalando St. Stephan Platz anche se in verità è proibito. Percorro Mariahilfer Strasse una delle vie commerciali di Vienna e sono in stazione Ovest.
La banchina del binario è già piena di ciclisti. Mi ricorda le gite con Ciclobby. Ma qui un ferroviere dispone le bici sul vagone in ordine di destinazione. In breve sono seduto al mio posto.

Una famiglia qualche sedile più avanti guarda un film sul PC portatile. Giungo quindi a Innsbruck. Qui devo cambiare treno. Sono sulla banchina del treno per il Brennero. Ci saranno, non esagero, centocinquanta bici. Il treno si ferma in banchina solo sei minuti. Io, al quarto minuto, sono già seduto al mio posto e tutte le bici sono state caricate!
Guardo fuori dal finestrino il paesaggio da Innsbruck al Brennero. E' stupendo. Alcuni ciclisti, purtroppo in tedesco, descrivono le zone.
Ecco sono al Brennero. Italia. E' un po' freddo e a tratti piove, ma sono sotto la pensilina. Un ferroviere ci avvisa che il treno da Verona ha mezzora di ritardo. Poi diventa un ora e perdo la coincidenza!
Arrivato a Verona per fortuna c'è un treno successivo, ma non funziona l'aria condizionata. Il capotreno mi invita a cambiare vagone. E' sera, e sono a casa.
E' stato un giro grandioso!

Europa in bicicletta
Viaggio attraverso 4 Nazioni


Media totale
16.05 km orari.



Materiale che ho portato:
Borraccia da un litro. (in Svizzera ci sono molte fontane lungo il percorso, non altrettanto in Austria).
Sali minerali.
Una confezione di Codex (fermenti lattici).
Una confezione di Diarstop.
Una confezione di Comped per le vesciche.
Una confezione di salviette umidificate.
Una torcia elettrica piccola.
Abbigliamento ciclistico estivo 2 set.
Un solo paio di scarpe per tutto.
Calze, mutande, felpa, set per l'igiene personale e crema solare.
Attrezzi e materiali per le riparazioni.
Cartine e libri.
Il tutto in due sacche laterali e uno zainetto piccolo.

Navigazione lago di Como:
Il battello numero 86 parte da Lecco alle 14:00 e arriva a Bellaggio alle 15:25.
Poi da Bellagio parte il 32 alle 17:12 e arriva a Colico alle 18:57.


L'Austria è un paese "amico" dei cicloturisti. Lungo le piste si trovano ovunque trattorie e punti di ristoro. Non c'è niente di più bello che interrompere la pedalata per gustare un piatto saporito e una bevanda fresca in una atmosfera di autentica ospitalità.


La cucina austriaca vanta una ricca tradizione, anche se influenzata dalle gastronomie italiana, ungherese e balcanica. Ad esempio la Schnitzel, la scaloppina di vitello impanata, non è altro che la nostra cotoletta alla milanese, che il generale Radetzky portò via da Milano. In compenso però a difendere l'autenticità viennese c'è Franz Sacher con la sua famosa torta al cioccolato.


Consiglio questo viaggio a tutti i cicloturisti. Mentre il percorso sul fiume Inn è più adatto a MTBikers con un minimo di allenamento, in particolare da Passau a Vienna questo è per famiglie, anche con bambini al seguito. Gli attraversamenti stradali sono minimi. Ma in particolare da non perdere è da Linz a Vienna nel cuore della Wachau!
Scarica il file per il GPS:
Milano Vienna in bici


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Mauthausen è il nome dato ad un gruppo di quarantanove campi e sottocampi di concentramento nazisti situati nei pressi della piccola cittadina di Mauthausen nell'Alta Austria, a circa 20 chilometri ad est di Linz.


La zona di Mauthausen fu scelta come sede di un campo di concentramento per la sua vicinanza con una cava di granito.
Mauthausen, campo di concentramento e di annientamento attraverso il lavoro divenne uno dei più terribili Lager nazisti. I prigionieri dovettero fare fronte a condizioni di detenzione inumane e lavorare come schiavi nelle cave. Le violenze, le brutalità, le punizioni disumane, la fame e le uccisioni costituivano elementi essenziali della vita quotidiana.
Le uccisioni avvenivano in molte forme: attraverso le violenze dirette delle SS, le impiccagioni, le fucilazioni, le iniezioni al cuore, gli avvelenamenti e infine con il gas. Alcuni deportati furono semplicemente bagnati e lasciati gelare fino alla morte nel rigido inverno austriaco.
Se Dachau era inteso come campo di internamento, Mauthausen era visto dai nazisti come un vero e proprio campo di sterminio e pertanto gli internati potevano avere solo il privilegio di vivere qualche mese in più, fino a che servivano nelle cave di pietra.
Poi, in base a precisi programmi, venivano eliminati e sostituiti da altri in condizioni fisiche migliori. Vi era un continuo ricambio per mantenere la produzione ai più alti livelli possibili, ma per i lavoratori l'unica costante era lo sterminio.


La vita non aveva valore e spesso gli internati trovavano il coraggio per attaccarsi ai reticolati elettrificati attorno al campo, tanto era impossibile resistere psicologicamente ad una situazione di annientamento fisico e morale.
Per le SS il campo di concentramento svolgeva due funzioni: serviva all'eliminazione dei nemici politici attraverso la detenzione, le violenze, le uccisioni arbitrarie (cosa che consentiva il mantenimento di un regime di terrore tra gli oppositori del nazismo, al di fuori del campo); e contemporaneamente era una fonte di profitti, attraverso lo sfruttamento intensivo del lavoro dei deportati.
Gli italiani deportati qui furono più di 8.000.
Diversi sottocampi di Mauthausen includevano, oltre a cave e miniere, anche fabbriche belliche e di assemblaggio dei caccia Messerschmitt Me 262. I prigionieri venivano costretti a lavorare anche per 12 ore consecutive, fino al totale sfinimento. I sopravvissuti, per mantenere la segretezza sul loro lavoro, venivano trasferiti in altri campi di concentramento oppure uccisi mediante iniezioni letali, per poi essere cremati nei forni.


Nel 1942 il campo inviò a Berlino cinquantadue chili di oro odontoiatrico strappato dalle bocche delle sue vittime.
Il 16 maggio '45, prima del rimpatrio, i superstiti del campo giurarono di combattere per "un mondo nuovo, libero, giusto per tutti".
Il campo di concentramento di Mauthausen fu liberato dai soldati americani che furono i primi a trasportare all'esterno delle mura di Mauthausen le brutalità commesse in sette anni.
Da allora le tracce di questi crimini si sono incise nella memoria collettiva.
Conservare il campo di concentramento come un luogo commemorativo ha il valore di mantenere la memoria per le seguenti generazioni.
È compito dei governi che tracciando un corso di storia europea comune evitino in tutti modi che la storia si ripeta.
Tra il 1938 e il 1945, i cittadini di Mauthausen vissero fianco a fianco a uno dei più noti campi di concentramento nella storia del Terzo Reich. Essi non videro? Non udirono? Non sentirono l'odore proveniente dai camini? Non parlarono di quanto accadeva così vicino?

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La CityBike Vienna - Noleggio biciclette.
Un mezzo di trasporto pubblico un po’ particolare: la Citybike, che vi permette di percorrere Vienna in bicicletta.
Le biciclette possono essere noleggiate ai bike terminal di Vienna e restituite in qualsiasi terminal.
Il noleggio inizia dall'ora in cui la citybike viene prelevata dalla bikebox e finisce l'ora in cui la citybike viene inserita in una bikebox. La prima ora è gratis. A partire dalla seconda ora si paga una tassa di utilizzo.
La Citybike Tourist-Card è ottenibile anche presso molti alberghi e pensioni di Vienna.
Attenti: Nel caso in cui il cliente smarrisca la bicicletta, il cliente ne risponderà per il valore della citybike, corrispondente a 600 euro!
Per coloro che viaggiano in bicicletta sono previsti dei servizi treno+bici: dalla stazione ferroviaria di Vienna Franz-Josefs-Bahnhof per la Wachau e per Passau (passando per St. Pölten e Linz). Informazioni dettagliate al sito
www.oebb.at.

TAPPA

km

ore

Milano-Colico

85.62

4.56.12

Colico-Maloja

53.76

5.39.57

Maloja-Lavin

71.94

4.46.45

Lavin-Landeck

88.88

6.03.03

Landeck-Innsbruck

86.81

5.02.02

Innsbruck

0.00

0.00.00

Innsbruck-Khufstain

95.50

5.22.00

Khufstain-Wasserburg

78.20

4.55.00

Wasserburg-Simbach

104.23

6.17.50

Simbach-Passau

73.91

4.56.16

Passau-Linz

100.82

5.42.31

Linz-Melk

119.52

6.17.38

Melk-Vienna

132.05

8.11.27

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